Dopo quasi 40 anni di lavoro in Medicina Generale come internista, da qualche mese sono in pensione e ho cominciato a collaborare con l’Ospedale Privato Accreditato Domus Nova come specialista reumatologo.

Tante volte mi sono sentito chiedere, da parte di molti pazienti, quale sia il campo di studio della Reumatologia e quali malattie vengano studiate e curate. Il termine reumatismo trae spesso in inganno, in quanto la sua comprensione non è immediatamente associabile ad un organo o apparato specifico: trae la sua origine dal greco rhèuma (che significa scorrimento) nell’intenzione di descrivere un meccanismo di malattia legato al fluire di “umori” patologici in grado di determinare un processo morboso.

Il reumatologo si occupa quindi di tutte le malattie infiammatorie e non, che interessano articolazioni, muscoli, tendini e tessuto connettivo: con questo ultimo termine si definisce un tipo di tessuto che fornisce supporto strutturale e metabolico agli altri tessuti (se il lettore tocca il proprio braccio, tra i muscoli, la cute e l’osso c’è un sistema di cellule molto attive nel nutrirli e che fornisce loro supporto strutturale). Si tratta quindi di un campo molto vasto: si va dalla artrosi e tendiniti fino alle malattie più gravi di nostra competenza, dove il sistema immunitario produce anticorpi contro il proprio stesso organismo, potendo però così colpire tutti gli organi: il cuore, il cervello, la cute, l’occhio, i globuli bianchi e i globuli rossi, come nel caso del Lupus Eritematoso Sistemico (LES) o della Artrite Reumatoide. Tante altre sono le malattie di nostro interesse, alcune delle quali piuttosto rare, con possibilità di terapie impensabili anche solo 25-30 anni fa. Non essendo nota la causa, non è possibile una vera prevenzione nei confronti di queste patologie, se non smettere di fumare nella Artrite Reumatoide ed il controllo del peso nella artrosi; non è nota alcuna ereditarietà certa, anche se in certe famiglie può esservi una particolare predisposizione, come nel caso delle Spondiloartriti, ma su questo campo vi è grande incertezza. Non è possibile qui parlare delle terapie, spesso complesse e che durano molti anni, ma è importante sapere che una buona informazione rappresenta uno degli aspetti più importanti del successo terapeutico. È fondamentale che il paziente sia informato sulla natura della malattia, la sua evoluzione, sul tipo di cura e gli obiettivi che si vogliono raggiungere. Inoltre, informato su alcune semplici regole da applicare alle attività quotidiane (stile di vita), può ottenere buoni risultati in termini di rallentamento della malattia e di riduzione della sintomatologia dolorosa. L’informazione costante ed il tempo che il medico dedica al paziente sono anche molto importanti per combattere l’ansia e la depressione, che spesso colpiscono queste persone: molti/e vedono sovvertita la loro vita quotidiana, lavorativa, affettiva ed il futuro diviene più incerto e sospeso.

Conoscere bene la propria malattia, gli esiti che ne possono derivare, le cure disponibili, come può essere organizzata la propria vita quotidiana (casa, famiglia, lavoro), come potrà essere il futuro, senza dare false speranze ma nemmeno immagini catastrofiche, insegnerà al malato a combattere meglio la propria condizione e non a subirla. Un errore che spesso commette il malato reumatico è quello di rinchiudersi nella propria realtà: si deve sapere invece che molti altri condividono un problema simile al suo.

A questo proposito vorrei concludere con quella che è, dal punto di vista fisico e biologico, la malattia meno aggressiva (il corpo è sano, in senso stretto) dal punto di vista reumatologico, ma che dà dolori insopportabili per i/le pazienti: la Fibromialgia o Sindrome Fibromialgica. E’ ancora una patologia poco conosciuta, ma non rara (colpisce circa il 4% della popolazione, soprattutto femminile) ed è caratterizzata da dolori muscolo-tendinei a tutto il corpo con rigidità, stanchezza frequente con cefalea e sonno di bassa qualità: dato che spesso la malattia non viene subito diagnosticata, queste pazienti vengono prese per ‘malate immaginarie’, in quanto tutti gli esami di laboratorio, esami radiologici, TAC e Risonanza Magnetica sono nella norma. Non ne conosciamo la causa, ma sappiamo di certo che le persone affette da questa sindrome stanno veramente male: la prima cosa da fare è ascoltarne la storia e porre una diagnosi, così che queste persone non si sentano affette da malattie psichiche (ansia, depressione, nevrosi) ma da una ben precisa malattia organica che non ha origine psicosomatica, bensì nasce da una ipersensibilità del cervello agli stimoli dolorosi. Dopo aver bene formato il/la paziente, si può iniziare con la terapia, che è sia farmacologica sia fisioterapica: chi è ben informato è molto più collaborante e diventa spesso ‘medico di se stesso’, nel senso che modula la terapia a seconda del dolore e partecipa attivamente al progetto di fisioterapia. Ho insistito sulla informazione del/la paziente, perché solo così si ottiene quella collaborazione attiva che aiuta non solo le persone malate ad essere parte attiva della terapia, ma danno al medico la possibilità di essere sempre più a fianco del proprio assistito.

Per chi volesse saperne di più:

ANMAR Italia ONLUS: www.anmar-italia.it: è il miglior sito in lingua italiana sulle malattie reumatiche in generale, molto aggiornato anche sulle problematiche giuridiche, di grande qualità (caratteristica che in Internet spesso manca, perché nessuno può controllare);

Associazione Malati Reumatici Emilia Romagna: A.M.R.E.R. – Tel. 051249045 – Cell. 335 6223895E-mail: amrer@libero.it—www.amrer.it–

stessa associazione a livello regionale, con tutti gli appuntamenti e ricco di consigli, anche sulla fibromialgia;

AISF Associazione Italia Sindrome Fibromialgica: www.sindromefibromialgica.it/ è il miglior sito in italiano sulla Fibromialgia, con molto interesse anche per le questioni giuridiche sull’inserimento della Fibromialgia nell’elenco delle malattie croniche.

Dott. Enzo Grossi