Cosa si intende per “ernia”?

L’ernia è una fuoriuscita di un viscere o di una parte di esso dalla cavità addominale attraverso un orifizio.

  • Le ernie possono essere congenite o acquisite.
  • Tra i fattori che possono generare le ernie ci sono un calo di peso veloce, l’obesità, gravidanze ripetute ma anche problemi di respirazione.

Cos’è l’ernia?

L’ernia è costituita da una porta erniaria – cioè l’orifizio naturale attraverso il quale fuoriesce – e da un sacco erniario, che è l’involucro che la contiene.

I tipi di ernia più comuni sono:

  • ernia della regione inguinale;
  • ernia ombelicale;
  • ernia epigastrica.

Le ernie possono essere improvvise se la fuoriuscita del sacco erniario avviene in maniera acuta; oppure possono essere lente e in questo caso anche i sintomi sono meno acuti. Se le ernie non vengono curate aumentano di dimensione in modo lento ma progressivo e questo può portare a ernie di grandi dimensioni e di conseguenza a disturbi maggiori. 

Nei casi più gravi si può arrivare allo strozzamento dell’ernia, che costringe i medici e il paziente a un intervento d’urgenza.

Un altro tipo di complicanza è l’incarceramento. L’incarceramento è causato da un’irriducibilità del sacco, dovuto ad aderenze. Per esempio in un paziente con un’ernia inguinale ben presente, di una certa dimensione, con un trauma anche di poco conto, si determina, a mano a mano che si va avanti nel tempo, una formazione di aderenze. Queste aderenze determinano proprio un incarceramento delle anse. In termini generali la patologia si affronta e si risolve solo con un intervento chirurgico. 

Fino a non molto tempo fa (agli anni ’90 circa) la terapia consisteva nel cercare di risolvere il problema occludendo (chiudendo), rinforzando la parete addominale. Con l’avvento dell’utilizzo di protesi c’è stato un cambiamento notevole, anche perché la tecnica chirurgica non protesica comportava pericolo di recidive intorno al 15-20%.

L’uso delle protesi ha ridotto notevolmente la recidiva erniaria, intorno all’1%. 

Le protesi in polipropilene e fissaggio

Anche il materiale con cui sono fatte le protesi è importante.

  • L’utilizzo di una protesi semi-assorbibile – nella quale, a distanza di tempo, la quantità di materiale inerte è diminuita – ha conseguenze importanti sulla tollerabilità della protesi stessa. 
  • Un ulteriore fattore importante da considerare è che le protesi vengono di solito fissate con dei punti e questi punti possono essere fonte di dolore.

In Domus Nova usiamo la colla di fibrina. L’utilizzo di questo materiale ci ha dato la possibilità di diminuire di gran lunga la sintomatologia dolorosa post-intervento. Ciò è importante perché da un punto di vista di benessere nel post-operatorio, ma anche nel fatto della mobilità immediata, dà al paziente stesso un miglior comfort in termini di dolore. 

La colla di fibrina infatti è qualcosa che già si trova nel nostro organismo, ovvero la parte bianca del coagulo sulla quale si instaura una reazione cicatriziale. Questo permette di stimolare una cicatrizzazione più rapida, di fissare la protesi in maniera importante e, allo stesso modo, di evitare che la protesi stessa possa muoversi e che quindi possa determinare poi possibili recidive.