Con l’arrivo del caldo inevitabilmente ogni estate affrontiamo la difficoltà che hanno le persone anziane ad idratarsi. Inappetenza, scarsa idratazione e gli effetti dei farmaci possono rendere più difficoltosa l’estate nella terza età.
Ma cosa fare in concreto per contrastare gli effetti del caldo, tra cui disidratazione e inappetenza? E perché il calore ha sull’organismo delle persone anziane degli effetti più negativi?
Con l’invecchiamento tutti i meccanismi di autoregolazione dell’organismo tendono a ridursi: il senso della fame e della sete e i meccanismi del centro termo-regolatore del nostro cervello. Per questo motivo è molto comune tra gli anziani al di sopra dei 75 anni una difficoltà di adattamento al caldo e agli sbalzi termici. Ciò avviene perché, riducendosi lo stimolo della sete, aumenta il rischio di disidratazione e perché in età avanzata l’adattamento alle calde temperature attraverso i normali processi di raffreddamento corporeo è più difficoltoso e stressante per l’organismo. Inoltre, la quantità di farmaci che si assumono per disturbi legati all’età, per l’ipertensione ad esempio prendono i diuretici, possono contribuire ad una ulteriore perdita di liquidi oltre che per il caldo estivo.
E’ fondamentale evitare di uscire nelle ore calde della giornata (dalle 11 alle 17) ed evitare l’esposizione diretta al sole, utilizzare vestiti di colore chiaro non aderenti, possibilmente di cotone e lino evitando le fibre sintetiche. Non dimenticare occhiali da sole e cappello. Gli anziani attivi che svolgono attività fisica devono programmarla al mattino presto o dopo il tramonto.
All’interno dell’abitazione è consigliabile l’utilizzo di condizionatori d’aria, prestando attenzione agli sbalzi termici rispetto all’ambiente esterno, sarebbe bene utilizzare la funzione deumidificazione perché gli anziani hanno spesso difficoltà respiratorie con patologie bronchiali e soffrono soprattutto quando c’è un eccesso di umidità.
Sia per l’insieme di farmaci che gli anziani assumono, sia per la scarsa idratazione che abbassa la pressione, il loro cuore può essere più a rischio d’estate. E’ bene che si faccia sempre riferimento al proprio medico di medicina generale per calibrare il dosaggio adeguato soprattutto dei medicinali ipertensivi. Sudando si perdono sali minerali e questo può causare uno squilibrio elettrolitico che porta ad aritmie cardiache, anche gravi.
A rendere più faticosa l’estate degli anziani è spesso anche l’inappetenza che in parte può essere dovuta al fisiologico rallentamento del metabolismo basale causato dall’età, oltre che al diminuito fabbisogno energetico legato alla scarsa attività fisica. Se l’anziano vive da solo, può persino dimenticarsi di mangiare anche perché magari ha difficoltà a fare la spesa. Anche problemi legati alla masticazione possono provocare una diminuzione del desiderio di mangiare: la dentatura spesso imperfetta e la presenza di protesi, che possono provocare infezioni al cavo orale, costringono la persona a mangiare cibi poco invitanti, spesso frullati o molto cotti, che non stimolano il senso dell’appetito.
Alcuni aiuti concreti:
- possiamo aiutare gli anziani facendo loro la spesa rifornendoli di cibo fresco che a loro sia gradito
- cerchiamo di fargli assumere almeno 3 pasti durante la giornata e non saltare mai la prima colazione
- meglio preparare loro del pesce: sardine, alici, sgombri o comunque pesce si possa conservare nel congelatore
- scegliamo frutta ben matura e ove necessario facile da schiacciare come banane, pesche, pere, fragole.
Bere resta la regola primaria: se non ci sono problemi renali o cardiaci, servono 10 bicchieri d’acqua semplice al giorno.
E se l’acqua proprio non va giù? Meglio evitare le bibite gassate. Sì, invece, al tè freddo con del limone e ai frullati di frutta che sono preferibili sia alle spremute che alle centrifughe nelle quali si perde tutta la fibra.