Quando si parla di ernia si intende la fuoriuscita del contenuto (o di parte di esso) della cavità addominale a causa di un cedimento o indebolimento della stessa parete addominale. L’ernia addominale è una delle patologie più frequenti con maggior frequenza per il sesso maschile.
Possiamo distinguere le ernie in primitive e secondarie.
- Ernia primitiva: può essere inguinale o extra inguinale, congenita o acquisita. In ogni caso l’ernia primitiva è causata da un cedimento di una struttura anatomica, ad esempio l’ernia inguinale, l’ernia epigastrica (sopra l’ombelico), l’ernia di Spigelio (sotto l’ombelico) e quella lombare.
- Ernia secondaria: detta anche laparocele, è un difetto parietale, cioè un’apertura della parete addominale nella sede di un pregresso intervento chirurgico.
Un laparocele quindi è una complicanza di una laparotomia, con cedimento della parete addominale successivo alla sutura chirurgica. L’incidenza dei laparoceli è pari a circa il 30% di tutte le incisioni chirurgiche; circa l’80% dei laparoceli si manifesta entro il primo anno dall’intervento chirurgico, mentre il restante 20% viene diagnosticata dopo 3/5 anni e può esordire con una sintomatologia dolorosa addominale, a volte tale da richiedere un intervento chirurgico con carattere d’urgenza (occlusione intestinale, strozzamento).
L’insorgere di un laparocele può dipendere da fattori patogenetici generali: obesità, età avanzata, stato di malnutrizione, insufficienza respiratoria, insufficienza epatica e renale, terapia radiante, terapia cortisonica, alterazioni metaboliche (diabete, disprotidemie), oppure per fattori locali: tipo e sede di laparotomia, tipo di materiali di sutura utilizzati, infezioni post-operatorie, sforzi post-operatori.
Oggi tramite tecnica laparoscopica è possibile trattare sia le ernie che i laparoceli grazie a piccole incisioni cutanee. Si tratta di una tecnica mininvasiva caratterizzata da una drastica riduzione della sintomatologia dolorosa post intervento e una rapida ripresa delle funzioni fisiologiche, con conseguente riduzione della degenza ospedaliera e una precoce ripresa delle attività quotidiane e lavorative.
Dott. Davide Guglielminetti
Chirurgo