Perché è così difficile smettere di fumare? Semplice, perché nel fumo di tabacco è presente la nicotina, uno stupefacente, cioè una sostanza chimica farmacologicamente attiva e capace di alterare l’attività mentale, che non appena entra in circolo rapidamente arriva al SNC e raggiunge il cervello dove va legarsi a dei recettori per cui è affine. Questo legame comporta una cascata di eventi tra cui l’attivazione di altri recettori e il rilascio di neurotrasmettitori tra cui la dopamina, sostanza responsabile della sensazione di piacere e euforia.
La nicotina quindi è in grado di indurre fenomeni di assuefazione e tolleranza, per cui per avere lo stesso effetto bisogna introdurre più sostanza, e soprattutto dipendenza, intesa sia in termini chimico-fisici (perché il fisico ha la necessità biochimica di mantenere elevati i livelli di dopamina) che psicologici.
Smettere di fumare quindi è difficile perché comporta inevitabilmente l’insorgenza di una sindrome da astinenza che si può manifestare con ansia, sensazione di vuoto, depressione, difficoltà mnemoniche e peggioramento dell’umore. Il picco dei sintomi viene raggiunto tra le 48 e le 72 ore e in genere l’organismo impiega 3 settimane per disintossicarsi completamente dalla nicotina.
Fortunatamente esistono degli aiuti, infatti le industrie farmaceutiche (il business che c’è dietro è di notevoli dimensioni) hanno messo in commercio diversi farmaci per smettere di fumare che però possono esercitare la loro attività terapeutica esclusivamente se il soggetto ne è convinto e alla base c’è una grande forza di volontà, è infatti inutile assumere farmaci se manca l’intenzione di farlo veramente. La maggior parte di questi farmaci sono a base di nicotina a bassissimo dosaggio e servono esclusivamente per evitare l’innesco della sindrome d’astinenza. Sono i noti prodotti Otc fra cui gomme da masticare e cerotti, Niquitin Mini, Niquitin CQ, Nicorette. Nicopatch. Solitamente la terapia prevede una dose di attacco seguita da una diminuzione progressiva del farmaco fino al termine della terapia stessa che può durare qualche mese.
Oltre ai vari OTC presenti in mercato esistono due molecole, che soggette a prescrizione medica, ampiamente utilizzate in caso di tabagismo: il bupropione, (es. Elontril, Wellbutrin, Zyban) farmaco originariamente e ampiamente impiegato come antidepressivo, utile per smettere di fumare perché attenua il desiderio di fumare e la sindrome da astinenza nei soggetti che smettono, controindicato in presenza di alcune patologie concomitanti, come ad esempio in casi di storie pregresse di epilessia; e la Vareniclina che è il farmaco antifumo di ultima generazione ed è il primo farmaco non nicotinico appositamente sviluppato per la disassuefazione dal fumo, agisce a livello cerebrale sullo stesso recettore su cui agisce la nicotina riducendo la sintomatologia da astinenza e bloccando contemporaneamente gli effetti farmacologici della nicotina stessa.
Altri farmaci per smettere di fumare:
Topiramato (es. Topamax, Sincronil): farmaco anticonvulsivante e farmaco di seconda scelta per smettere di fumare.
Nortriptilina (es. Dominans, Noritren): farmaco antidepressivo triciclico, utilizzato in terapia per smettere di fumare e per contrastare i sintomi secondari che derivano dal tabagismo (depressione)
Clonidina (es. Catapresan, Isoglaucon): farmaco utilizzato in prima linea utilizzato per la cura dell’ipertensione. È talvolta indicato anche per smettere di fumare.
L’ultima tendenza, o per lo meno ciò su cui si stanno concentrando gli ultimi studi, è iniziare la terapia prima di smettere di fumare, mentre nei casi più difficili si possono associare diversi farmaci, il nicotinico per evitare la sindrome di astinenza e bupropione e varenciclina per smorzare il desiderio della sigaretta.
Stando ai dati dell’ultimo Rapporto sul fumo in Italia, però, ben il 75% dei tabagisti cerca di smettere da solo, solo il 5% si rivolge a CA e meno dell’1% si avvale di prescrizioni mediche mentre è ormai chiaro che oltre alla forza di volontà risulta fondamentale il counseling medico o di centri antifumo.
Un 15% di chi smette di fumare, utilizza la molto discussa sigaretta elettronica che contiene nella miscela da vaporizzare nicotina in quantità variabile. Sulla loro efficacia e sicurezza è tutt’ora aperto un dibattito. Senza dubbio, questi dispositivi hanno l’effetto di ridurre i sintomi della sindrome d’astinenza e sono stati progettati per sostituire e per simulare la sigaretta, avendo quindi un effetto sia sulla dipendenza chimica che su quella psicologica.
E’ sempre consigliabile rivolgersi al proprio medico di medicina generale.
Dott.ssa Martina Bissi