Dopo una lunga giornata di lavoro, magari in piedi, è facile avvertire una sensazione di affaticamento alle gambe, pesantezza, gonfiore, a volte addirittura dolore: tali sintomi tendono a peggiorare con il passare del tempo. Il riposo con le gambe sollevate tende ad alleviarli.

Le vene varicose rappresentano una condizione patologica molto comune, che arriva a colpire fino ad una persona su due oltre i cinquant’anni di età e, più in generale, circa il 15% degli uomini ed il 25% delle donne.  La loro comparsa è favorita dalla presenza di vari fattori di rischio, fra i quali ricordiamo la familiarità, il sesso femminile, il tipo di attività lavorativa e le gravidanze.

Le varici degli arti inferiori sono un segnale di insufficienza venosa, con accumulo di sangue al loro interno.

Il primo segnale fisico delle vene varicose è costituito proprio dall’aumento di dimensioni dei vasi ematici, che si presentano visivamente gonfi ed  il primo nemico da combattere è l’ipertensione venosa in assenza di moto. I fattori che possono facilitare l’insorgere di deficit del microcircolo sono:

un tipo di lavoro che costringe a trascorrere molte ore stando fermi, lo stare seduti e senza camminare, il sovrappeso e l’obesità, l’uso della pillola anticoncezionale, il fumo, l’eccessiva esposizione al sole e alle lampade per l’abbronzatura artificiale e la stitichezza.

Come sempre prevenire può fare la differenza e limitare l’insorgere delle vene varicose.

In particolare vi consigliamo di muovervi il più possibile per rafforzare la muscolatura delle gambe e favorire la corretta circolazione sanguigna, di cambiare spesso posizione e di tenere sollevate le gambe quando possibile. Anche l’alimentazione – che deve essere varia ed equilibrata – è molto importante, così come tenere sotto controllo l’eventuale sovrappeso.

Per quanto riguarda l’abbigliamento si consiglia di evitare indumenti troppo stretti, di limitare l’uso dei tacchi alti, di portare plantari in caso di piede piatto o alluce valgo e, se è il caso, di ricorrere alle calze elastiche terapeutiche, particolarmente utili anche quando si fanno lunghi viaggi durante i quali non ci si può muovere e sgranchire. Se questo non dovesse essere sufficiente, è bene sottoporsi ad una visita chirurgica vascolare o flebologica. Il medico sarà in grado di definire la gravità della situazione e prescrivere gli accertamenti diagnostici idonei.

Nel caso in cui l’unico rimedio possibile sia l’intervento da parte del chirurgo vascolare, oggi dire addio alle vene varicose non è mai stato così facile, rapido e indolore.

Le più avanzate tecniche endovascolari, in anestesia locale, permettono al paziente una prontissima ripresa nel segno della massima sicurezza.  La vena varicosa viene distrutta in modo definitivo attraverso un sottile catetere che viene inserito sotto guida ecografica all’interno del vaso varicoso, l’energia termica impiegata dal laser o dalla radiofrequenza provoca il restringimento progressivo delle vene e la loro chiusura al termine della procedura. Le procedure endovascolari come la Radio Frequenza (Venefit), il LASER 1470 (SFALT) o la Colla (VenaSeal) sono metodi tecnologicamente avanzati ed innovativi per il trattamento delle vene varicose. Infatti grazie a queste tecniche si riesce a fibrotizzare in maniera precisa ed efficace la vena varicosa e interrompere così il reflusso venoso.

L’utilizzo di fibre laser-radiofrequenza di ultima generazione e l’impiego dell’anestesia locale consentono di ridurre i tempi legati al pre e post intervento. Tutte le tecniche sono ambulatoriali e si eseguono mediante la semplice puntura della vena attraverso la pelle, senza fare alcun taglio. Una volta finito il trattamento, si consiglia di indossare una calza elastica e si può tornare alle proprie attività quotidiane.  La tecnica dello “stripping della safena” è diventata un ricordo.

Il minor dolore e l’assenza di ematomi o possibili piccole emorragie rispetto ai trattamenti alternativi, rendono queste procedure un’esperienza non traumatica per il paziente.

Gli ultimi studi scientifici internazionale hanno dimostrato come il trattamento endovascolare abbia un tasso di efficacia del 93% nel corso di cinque anni.

Dott.ssa Maria Grazia Barboni

Angiologia, Chirurgia Vascolare, Ecocolordoppler